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Apple sceglie il CRM Open Source

Apple sceglie il CRM Open Source

Sempre più giganti dell’economia mondiale scelgono di concentrare le proprie risorse in un software Open Source, capace di adattarsi perfettamente alle proprie esigenze, e di garantire il massimo controllo sull’intero progetto piuttosto di doversi conformare agli standard imposti da un software dove il codice sorgente non è disponibile.

Apple is open-sourceApple ha fatto questa scelta introducendo SugarCRM nei propri Apple Store per la gestione clienti, la gestione interna del personale e per coordinare i team che si occupano di grandi acquisti.
Ma l’azienda di Cupertino non è l’unica, anche IBM e Audi hanno da tempo scelto l’Open Source.
Non desta scalpore quindi riscontrare come anche l’iPhone X sia perfettamente compatibile con l’evoluzione di SugarCRM: SuiteCRM.
L’interfaccia è di per sé responsive, ma per usufruire di tutti i vantaggi di un’App nativa occorre utilizzare QuickCRM per ottenere un vero CRM Mobile.

Perché anche colossi globali come Apple guardano con favore all’Open Source?

La risposta è semplice: dato che il core business ad esempio di Apple non è il software CRM, ma è composto dalla produzione, distribuzione e promozione di device tecnologici, ecco che esternalizzare il software per l’assistenza dei clienti e la cura delle relazioni diventa una scelta strategica per non disperdere le proprie energie.
Apple nello specifico aveva (nel 2017) 492 Apple Store. Supponendo che in ognuno di essi lavori un minimo di 5 dipendenti, si ottiene la necessità di 2.460 licenze mensili che precedentemente erano fornite da SalesForce. Ipotizzando un certo peso contrattuale detenuto da Apple, e quindi un prezzo a licenza mensile di 70$; nel nostro esempio, utilizzare il CRM di SalesForce avrebbe comportato un esborso di 172.200$ al mese; ovvero più di 2 milioni di dollari all’anno.
In un’ottica di razionalizzazione, questi importi possono essere investiti più efficacemente.

Un software Open Source, quindi, permette di gestire in modo più proficuo gli investimenti?

Con un software Open Source dopo lo sviluppo iniziale, se non si richiede l’hosting in cloud (con assistenza sistemistica inclusa), non ci sono costi nascosti; si paga solo per la Formazione o l’Assistenza applicativa richieste.
Ecco che si possono liberare utili risorse per far sì che il software sia perfettamente aderente alla specifica realtà aziendale e valutare in seguito se pagare per un prodotto gestito autonomamente o in modalità SAAS (Software as a service).